...per qualche minuto, rivolto alla ferma e argentea distesa del parco, rimasi lì a guardare. Non pensavo a niente di preciso. Ecco qui dissi piano. Non sapevo cosa fare, cosa fossi venuto a fare. Mi penetrava il vago senso di inutilità di ogni commemorazione.
Bassani (1980), p.235
Lo riconobbi subito: era il suono della vecchia, cara voce dell'orologio di piazza, che stava battendo le ore e i quarti. Che cosa diceva? Diceva che ancora una volta avevo fatto molto tardi... e che infine era tempo che mettessi l'animo in pace.
Sul serio. Per sempre.
Bassani (1980), p.239